

L’artista britannico Simon Starling dedica, sul numero di marzo 2018 della rivista Frieze, un ampio saggio visivo dal titolo Tools a Giorgio Griffa: sei bellissimi scatti di grande formato, per lo più in bianco e nero, realizzati con un banco ottico 8x10'' durante una visita allo studio di Giorgio nel dicembre 2017. Starling intreccia così la propria ricerca fotografica con la pratica pittorica di Griffa: il risultato è un omaggio all' “economia essenziale” e alla forza materica dello spazio dello studio, delle tele e degli strumenti utilizzati per dipingere da Griffa, e del suo stesso lavoro che continua a interrogare spazio, tempo ed essenza della pittura.
Un bel testo di Starling racconta come questo saggio visivo sia prosecuzione di una collaborazione con Griffa iniziata in seguito al ritrovamento, in Giappone, di un raro pennello realizzato con i capelli delle Ama, celebri pescatrici di perle. Scrive Starling: «L’idea di tracciare segni con quel pennello mi intimoriva, ma nel maggio dello scorso anno, durante una cena organizzata per celebrare la partecipazione di Giorgio alla Biennale di Venezia, compresi all’improvviso che avrei dovuto proporgli una collaborazione. Vi era infatti qualcosa, nella natura stessa di quel pennello, che sembrava risuonare con il suo gesto pittorico: misurato eppure esuberante, spesso prossimo alla calligrafia». Da quella prima collaborazione nascono tre grandi lavori a quattro mani: Noise (Annotated), Oblique 3 (Annotated) e Golden Ratio (Annotated) grandi carte dipinte da Giorgio che poi Simon “annota” con un testo sul vetro dietro cui vengono incorniciate.
Estratto dall'articolo su Frieze
«Quando, a fine dicembre dello scorso anno, giunsi con la mia macchina fotografica a banco ottico 8x10’’ per ritrarre il suo studio, trovai al centro della sala principale un piccolo tavolo a cavalletto, sopra il quale era impilata una serie di tele accuratamente piegate (dal 1975 Giorgio utilizza esclusivamente supporti non intelaiati e non preparati, in tela, juta o lino, per i suoi dipinti). Quella pila modesta, alta non più di 30 cm, costituiva per intero, come mi fu detto, la sua imminente mostra personale al Camden Arts Centre. [...] La lentezza (con esposizioni che possono durare molti minuti), la consistenza materiale e la natura processuale della fotografia analogica di grande formato sembravano risuonare con la pratica pittorica di Giorgio in modi che non avevo previsto: persino il vetro smerigliato a griglia del banco ottico sembrava richiamare le pieghe strutturali dei suoi dipinti. Le immagini risultanti sono, mi auguro, una celebrazione dell’essenzialità rigorosa e della sottile materialità che caratterizzano la pratica di Giorgio.»
Simon Starling