
Libro d'artista che associa 11 tavole ad acquerello che Giorgio Griffa ha realizzato appositamente con altrettante citazioni dagli scritti di Claude Debussy, selezione curata da Giulio Caresio che ha scritto anche il testo che si articola tra una tavola e l'altra aprendo spiragli e mostrando relazioni che tracciano un parallelo tra l'arte ed il pensiero di questi due grandi maestri.
Prosegue e completa il volume, nella seconda parte, una fedele riproduzione del manoscritto originale degli spartiti dei Deux Arabesques di Debussy, con le note puntuali e originali di Roberto Galimberti che ampliano la prospettiva di questo parallelo, con un attento sguardo da musicista sulla partitura.
Dai testi dei curatori
La purezza del piano solo che disegna arpeggi e note cristalline richiama alla bellezza nelle sue forme più semplici e dirette: impossibile per me non pensare al less is more e ai segni sulle tele di Giorgio Griffa che giocano e dialogano tra loro.
L’arabesco musicale amato da Debussy, nei Deux Arabesques è tema centrale, non più orpello ma soggetto che dà vita a linee melodiche che ritornano su se stesse muovendosi nello spazio e nel tempo, coniugando circolarità e linearità.
I segni primari di Giorgio nascono come tratti singoli, punti e linee. Un alfabeto musicale.
Poi interagiscono, si combinano, si curvano, si dilatano a formare accordi, sequenze, arabeschi e campi di colore. Generano un universo di ritmi e armonie in cui tempo lineare e circolare, spazio e gerarchia hanno un ruolo chiave.
Un parallelo che apre un terreno vasto di connessioni su cui mi pare valga la pena avventurarsi.
Giulio Caresio
Una partitura non è la musica, è il pensiero della musica.
Come rapportarsi al segno - al testo in relazione al contesto - è parte dell’azione interpretativa musicale, prima ancora del gesto, prima ancora del suono.
Un manoscritto, spesso, rivela aspetti che le edizioni a stampa non riportano: non si tratta di indicazioni oggettive ma di intenzioni, di cure grafiche, di segni al di là dei simboli, nello spazio definito dalla pagina e dalle sue righe.
A partire dal manoscritto dei Deux Arabesques di Claude Debussy, conservato alla Biblioteca del Conservatorio di Musica di Parigi, alcune piccole note legate - termini in bilico - all’opera di Giorgio Griffa e al testo di Giulio Caresio sull’Arabesco.
Roberto Galimberti